Libri in Yasni Exposé of Marina Duccillo

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Marina Duccillo, 60, autrice di testi

Country: Italy, Language: Italian
Marina Duccillo

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Marina Duccillo
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Marina Duccillo- Libri - IBS

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WONDER WOMAN

, CARTA, PENNA,TASTIERA E SOGNI - La Storia di Occhi Verdi -   C’era una volta una bambina di nome “Occhi Verdi”. Nella sua stanza, il grande armadio guardaroba occupava l’intera parete di fronte al suo tavolino. Su ogni sportello dell’armadio, color bianco panna, erano attaccate con lo scotch delle mascherine di carnevale in cartoncino stampato, di quelle che si mettono sul viso, con i buchi per gli occhi e il filo elastico per indossarle. Quando giocava a “maestra”, Occhi Verdi immaginava che quelle mascherine fossero gli alunni della sua classe e sognava di fare la maestra da grande, perché pensava che fosse un lavoro importante. Così, si mise a studiare tanto e studiò anni e anni. Finalmente un giorno il suo sogno si avverò. Aveva ventidue anni e tanto le piacque quel suo lavoro che, qualche tempo dopo, andò ad abitare da sola vicino alla sua scuola. A un certo punto, il suo lavoro divenne davvero importante. Insegnava, infatti, ad altre maestre nel Grande Castello della Sapienza in una lingua che, si diceva, avrebbe dato dei superpoteri a chi la sapeva parlare. Improvvisamente si presentò un Fantasma che la portò via dalla sua scuola e la tenne prigioniera per quasi tre anni. Il Fantasma si chiamava Parkinson. Quando uscì dalla prigione, Occhi Verdi sapeva che non sarebbe stata mai più libera completamente, tuttavia avrebbe potuto vivere tranquilla con l’aiuto dello zucchero magico e tanto coraggio.  Questo zucchero magico si chiamava Levodopa. Nel frattempo Occhi Verdi aveva incontrato e sposato Occhi Azzurri e aveva avuto con lui una bambina di nome Occhi Bellissimi. Insieme avevano comprato un appartamento che avrebbero pagato un poco alla volta. “Vorrei continuare a lavorare - ragionò Occhi Verdi – mi occorre un lavoro che si svolga da casa; in fondo … il telelavoro esiste, no?”. Così fu convocata dalla Somma Commissione Romana che la interrogò: “Ma lei non può insegnare stando seduta?”. Occhi Verdi pensò fra sé: “Ma questo tipo è mai entrato in una scuola?”. Però non disse nulla. Ben presto arrivò il responso tanto atteso: - Occhi Verdi non potrà più riprendere il lavoro che aveva, potrebbe avere il telelavoro perché la riconosciamo in grado di lavorare, purtroppo nel suo caso il telelavoro non è previsto.- A Occhi Verdi non rimaneva che cercare da sola un nuovo lavoro, adeguato alla sua situazione. Ancora una volta si fece coraggio e passò mesi davanti allo schermo onnipotente mondiale finché le venne l’idea di fare la scrittrice. Tutto sommato, sapeva scrivere bene e le piaceva, non aveva perso l’allenamento, ora aveva anche il tempo e soprattutto era un lavoro che poteva svolgere da casa. Come in ogni nuova avventura, cominciò con tanto entusiasmo, sfidando le difficoltà, incoraggiata dagli amici e anche dal suo primo editore che le prometteva di farle vendere tantissimi libri e di portarla al successo. Ma quando capì che si trovava nel mezzo di una giungla, era troppo tardi per tornare indietro, così Occhi Verdi continuò a scrivere senza ricevere nessuna moneta, né d’oro né d’argento. “Io voglio questo lavoro – ripeteva ogni giorno come un ritornello – non voglio scrivere gratis per tutta la vita, … mi piacerebbe avere un pubblico che legge i miei libri e li compra e non che se li fa prestare!” In molti la accusavano di farsi pubblicità ma in realtà tutta questa pubblicità non l’aveva. Era perfino riuscita ad apparire in tv ben quattro volte, con le sue sole forze, semplicemente inviando la sua meravigliosa interessante storia. “Che male c’è nel farsi pubblicità? – si domandava – Io vorrei solo lavorare”.  Ma neanche in tv poté accennare ai suoi libri e alla sua passione per la scrittura. Inoltre, tra i suoi nuovi amici, c’era qualcuno che cominciava a infastidirla: guardava le foto e le inviava messaggi privati dal contenuto equivoco; sicuramente non la cercava per le sue poesie. L’atteggiamento amichevole e spontaneo di Occhi Verdi fu così a volte frainteso procurandole ulteriore sofferenza e sconforto, nonostante la determinazione, evidentemente insita nel suo carattere, che spiccava tra le sue qualità. Occhi Verdi imparò a difendersi e a risollevarsi grazie alla sua penna. Aveva letto quasi per caso, e successivamente approfondito, un argomento che la colpì e che, fin dal primo istante, le fu molto a cuore: la scrittura terapeutica. Che cosa era? A cosa serviva? In che modo poteva aiutarla? La scrittura terapeutica è la scrittura autobiografica durante la malattia, vista come mezzo di conoscenza di sé e parte della cura, come una sorta di contributo all’insieme di fattori che concorrono in un percorso verso il benessere. Con altra denominazione troviamo questa esperienza in un progetto di ricerca nello stesso ambito, definito medicina narrativa. Occhi Verdi partecipò all’iniziativa del progetto: inviò una sintesi della sua storia che fu scelta, tra più di un migliaio di storie, per essere letta e diffusa nel web in forma anonima. Il mondo del lavoro si allontanava gradualmente, il mondo della scuola che tanto aveva amato si trasformava, sembrava deteriorarsi, non le piaceva più. E soprattutto, il suo attuale ruolo di moglie e di mamma aveva preso il sopravvento, fortunatamente. “Ma cosa fai a casa tutto il giorno?” si sentiva chiedere. Domanda di chi pensa che stare in casa equivalga a non fare niente o peggio a non sapere cosa fare. Invece Occhi Verdi non vedeva l’ora di stare in casa, una casa che le piaceva molto, sistemata e curata a modo suo. “Cosa faccio? – rispondeva orgogliosa - Professione: Di Effe” “Dirigente Familiare. Vuoi vedere l’attestato?” Era un diploma finto, uno scherzo ovviamente. Ma rendeva bene l’idea. ATTESTATO DI MERITO conferito a ….  … … come riconoscimento per il valido contributo dato all’azienda. In calce la firma del marito. La gestione della casa comprende diversi aspetti, compiti piuttosto impegnativi: organizzazione degli spazi, dei tempi, della collaborazione di ciascuno; amministrazione delle spese (tasse, bollette, condominio, manutenzione e ristrutturazioni, arredo ...); gestione degli appuntamenti, della posta, dei documenti; accoglienza degli ospiti; cura e pulizia degli ambienti; attenzione alla sicurezza e controllo e altro ancora. Per Occhi Verdi, il tempo non era mai abbastanza, nonostante fosse senza lavoro. La figlia piccola le richiedeva tempo, attenzione e dedizione e pure suo marito Occhi Azzurri, il quale aveva anch’egli seri problemi di salute. Poi, un bel giorno, forte della sua pluriennale esperienza d’insegnante, arricchita dagli studi specifici e dal contatto quotidiano con tanti bambini, Occhi Verdi cominciò a scrivere una collana di libri destinata ai lettori più piccoli. Guardando sempre nell’onnipotente schermo mondiale, trovò un’opportunità per pubblicare le sue opere. Inviò, dunque, i primi quattro volumi della serie, uno per ogni personaggio proposto, e ricevette subito i complimenti dell’editore. Purtroppo, all’arrivo del contratto, scoprì che il suo nome non sarebbe stato stampato sulla copertina dei libri e, delusa nelle sue aspettative, defraudata dei suoi obiettivi, non firmò e non se ne fece più nulla. Ma il sogno rimaneva. Quello, nessuno lo poteva cancellare. Decise perciò di pubblicare, con i suoi mezzi, una nuova collana di libri per bambini, almeno nel formato e-book ma riuscì a pubblicare soltanto il primo volume. E poi non poteva davvero considerarlo un lavoro. Nel frattempo, il suo impegno nel volontariato proseguiva, con nuove attività e un ambizioso progetto. Occhi Verdi era molto sensibile e altruista ed era abituata a dedicare una parte del suo tempo al volontariato. Le difficoltà, però, non mancano neanche in questo campo e Occhi Verdi, benché non fosse un’ingenua, si meravigliava dello spirito competitivo che aleggiava tra i diversi gruppi. Eppure tutti hanno uno stesso obiettivo, perché non unire le forze? A volte si sentiva una mosca bianca ma sapeva ricominciare da capo dopo ogni caduta, sapeva che non poteva permettersi di farsi condizionare da quello che gli altri pensavano. “Quando lavori gratis, un lavoro si trova sempre” ripeteva con autoironia, sia per incoraggiare il volontariato sia per convincere se stessa di essere sulla via giusta. L’autoironia faceva parte del suo stile, uno stile letterario che tentava di imitare il poeta Trilussa, uno dei suoi modelli, e uno stile di vita che era comparso forse come reazione nelle prime fasi della malattia. Le era piaciuta una frase scritta su Facebook da una sua amica virtuale, anch’ella colpita dalla malattia di Parkinson da giovane. Riferendosi al rallentamento generale e consistente di tutti i movimenti volontari, uno dei sintomi più evidenti e diffusi, così scrive: “Pensa che batosta abbiamo dovuto prendere per capire che non siamo Wonder Woman!” Eh, già. Non siamo Wonder Woman. Ogni tanto dovremmo ricordarcelo e ogni tanto dovremmo ricordarlo a chi ci è accanto. Andare di fretta già alle sei di mattina, impazienti, accelerando e sorpassando sulla superstrada o suonando ripetutamente il clacson nel traffico della grande città; intolleranti alle nove, in fila alla cassa del supermercato dove una donna si attarda nel tirare fuori gli spiccioli, perché? Perché la fretta? Per andare dove? Per non perdere cosa? Quella signora alla cassa, che non riusciva a prendere le monete, o meglio, che ci metteva troppo tempo, era Occhi Verdi. Dopo aver messo la spesa nelle buste, lasciò un foglietto scritto là, dove finisce il nastro trasportatore della cassa, accanto ai volantini pubblicitari. Era scritto a mano, una grafia minuscola, a penna blu: un paio di strofe di una delle sue poesie. “Che ne sai, quando hai fretta e mi chiedi permesso, se sto lì ferma nel momento di adesso, per me più importante del treno che arriva perché guardo il mondo con mente più viva e rifletto, osservo, ascolto, assaporo, la gente, i bambini, il mare, i bignè, ancor più preziosi di tutto il tuo oro che insegui correndo più forte di me”. Sul retro del foglietto, il motto che le piaceva citare ovunque, scritto in stampatello maiuscolo: LEGGERE NUOCE GRAVEMENTE ALL’IGNORANZA. Marina Duccillo
Marina Duccillo
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Libri della categoria Letteratura | Bookrepublic.it

Libri della categoria Letteratura disponibli in ebook ... di Marina Duccillo; edito da Youcanprint Self-Publishing; Ricco di sentimenti, di riflessioni profonde, di
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di Marina Duccillo, Riccardo Clerico. Editore: Garcia Edizioni. Data di ...
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